tag:blogger.com,1999:blog-89027295133783279832024-03-08T08:33:08.462+02:00Un film al giornoBlog quotidiano di critica cinematografica a cura di Alessandro Muccini.Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.comBlogger115125tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-47348480422417171072009-02-16T20:34:00.001+02:002009-02-16T20:35:56.697+02:00<iframe width="425" height="350" frameborder="0" scrolling="no" marginheight="0" marginwidth="0" src="http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=&ie=UTF8&ll=44.033802,12.580032&spn=0.232508,0.439453&z=11&output=embed&s=AARTsJqCLdtnAN6Q4gAyEEWbpfyvi5nx6w"></iframe><br /><small><a href="http://maps.google.it/maps?f=q&source=embed&hl=it&geocode=&q=&ie=UTF8&ll=44.033802,12.580032&spn=0.232508,0.439453&z=11" style="color:#0000FF;text-align:left">Visualizzazione ingrandita della mappa</a></small>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-35013983247100303012007-03-15T00:25:00.000+02:002007-03-15T01:12:30.040+02:00La morte in diretta<div><div>(La mort en direct, Franciag/RFT 1980, col. 128’) </div><div>di Bertrand Tavernier. </div><div>Con Romy Schneider, Harvey Keitel, Harry Dean Stanton, Max Von Sydow, Therese Liotard, Caroline Landrishe, William Russell, Bernhard Wicki.</div><div><a href="http://www.allsf.net/Images/SFcinema/Lamortendirect.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.allsf.net/Images/SFcinema/Lamortendirect.jpg" border="0" /></a>Il direttore di un network televisivo senza scrupoli inventa un nuono programma chiamato “La morte in diretta” in cui un malato terminale viene seguito passo passo dalle telecamere fino alla sua morte. Per tal scopo individuano una scrittrice a cui è stato diagnosticato un male incurabile e la fanno seguire da un operatore che ha una telecamera installata in un occhio. Una specie di Grande Fratello ante litteram, una parabola sul cinismo dei mass media e della società contemporanea, filmata con la solita sensibilità psicologica dal bravo Tavernier a partire da un romanzo di David Compton (The Continuos Katherine Mortenhoe) da cui il regista a tratto la sceneggiatura in collaborazione con David Rayfiel e Geza von Radvany. Tavernier è stato premiato per la miglior regia al Festival di Berlino. L’insolita coppia Keitel/Schn<a href="http://www.pariscinema.org/2003/fichefilms/images/duhamel/mortendirect.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.pariscinema.org/2003/fichefilms/images/duhamel/mortendirect.jpg" border="0" /></a>eider funziona benissimo, il cast compresi i personaggi di contorno è eccezionale. Bella e freddissima fotografia di una Glasgow cupa ed aliena. </div><div><strong>Voto 8,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-51349523434969339512007-03-14T21:49:00.000+02:002007-03-14T21:51:45.403+02:00Arcipelaghi<div><div>(Italia/Francia 2001, col. 89’) </div><div>di Giovanni Columbu. </div><div>Con Pietrina Menneas, Paolo Lostia, Giancarlo Lostia, Pietro Seche, Fiorenzo Matt, Carlo Sannais, Badore Cottu. </div><div><a href="http://www.sitos.regione.sardegna.it/nur_on_line/cinema/locandine/arcipelaghi_thumb.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.sitos.regione.sardegna.it/nur_on_line/cinema/locandine/arcipelaghi_thumb.jpg" border="0" /></a>In un paesino della Sardegna il piccolo Giovanni lasciato nell’ovile di famiglia è suo malgrado testimone di un furto di cavalli, e per questo viene barbaramente sgozzato. Sarà vendicato dal fretello Oreste, che processato dal tribunale dei minori sarà difeso dall’omertà del paese e della madre in particolare. Girato con i contributi del Ministero delo Spettacolo e della regione Sardegna da un ex documentarista della televisione di stato, recitato quasi interamente in dialetto locale (con sottotitoli) e tratto dall’omonimo romanzo di Maria Giacobbe. Un film che racconta una terra aliena ma anche parte integrante del nostro paese , dove il silenzio omertoso è un valore, nel bene o nel male. Il regista racconta la storia partendo dal tribunale e tornando indietro in una serie di flashback senza un nesso logico temporale che costruisc<a href="http://www.regione.sardegna.it/immagini/1_14_20050912173846.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.regione.sardegna.it/immagini/1_14_20050912173846.jpg" border="0" /></a>ono un vero mosaico narrativo. Cinema difficile ma di sicuro interesse. </div><div><strong>Voto 7,00. </strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-42766065095243810642007-03-13T13:42:00.000+02:002007-03-13T13:45:23.401+02:00La marchesa von...<div><div>(La Marquise d’O…, Francia/Rft 1976, 102’) </div><div>di Eric Rohmer. </div><div>Con Edith Claver, Bruno Ganz, Otto Sander, Edda Seippel, Peter Luhr. <a href="http://mapage.noos.fr/e.rohmer/images/affiche%20marquise.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://mapage.noos.fr/e.rohmer/images/affiche%20marquise.jpg" border="0" /></a></div><div>Siamo nella seconda metà del XIX° secolo in un’anonima città europea, la figlia del governatore viene tratta in salvo da un conte mentre le truppe assedianti stanno entrando in città ed dei soldati l’hanno insidiata. Rimasta casualmente incinta per colpa di quel funesto episodio, e ferocemente ripudiata dalla famiglia, si rifugia isolandosi in una casa di campagna e arriva addirittura a fare un’inserzione su un giornale per conoscere l’autore di tale misfatto. Rohmer mette in scena un originale opera miracolosamente in equilibrio fra dramma e commedia, drammatica è la storia d’amore impossibile e negato fra i protagonisti, da commedia sono invece i toni burleschi usati dal regista. Gli interpreti sono tutti provenienti dal teatro, fra cui spicca un giovane e già bravo Brun Ganz, Con una cornice degna del capolavoro, musiche e fotografia del grande Nestor Almendros eccellenti, l’autore ci regala il suo film più personale e memorabile. Il film, che è tratto da un racconto di Heinrich von Kleist, vinse il Gran Premio della giuria al Festival di Cannes a cui va<a href="http://mapage.noos.fr/e.rohmer/images/photo%20marquise%201.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://mapage.noos.fr/e.rohmer/images/photo%20marquise%201.jpg" border="0" /></a>nno aggiunti numerosi premi meno famosi. </div><div><strong>Voto 8,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-10154622355734947122007-03-12T22:27:00.000+02:002007-03-12T22:30:07.618+02:00Guida galattica per autostoppisti<div><div>(The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, Regno Unito/Usa 2005, col. 109’) </div><div>di Garth Jennings. </div><div>Con Martin Freeman, Sam Rockwell, Mos Def, Zooey Deschanel, John Malkovich, Nill Nighy. <a href="http://www.cinecon.com/albums/album186/aaa.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.cinecon.com/albums/album186/aaa.jpg" border="0" /></a></div><div>Il giovane inglese Arthur è disperato perché la sua casa sta per essere demolita per far spazio ad una nuova tangenziale, un amico di colore gli predice l’imminente fine della terra, e sorprendentemente si rivela essere un alieno che lo salva portandolo con se nello spazio, unico superstite umano (insieme ad una ragazza di cui è innamorato), in quanto il nostro pianeta è stato annientato per far posto ad una nuova autostrada spaziale. E' solo l'inizio di una serie di mirabolanti avventure. Bizzarra parodia fantascientifica tratta dai libri di Douglas N.Adams, il film vive di continue invenzioni visive e verbali, alcune delle quali sono veramente sferzati e/o divertenti. Esilarante ad esempio la scena della cerimonia rituale della setta dei fazzoletti, capeggiata da un divertito John Malkovich. Godibili gli inserti spiegativi animati sul mondo galattico ed in generale i commenti della voce off. Purtroppo il film ha anche dei momenti bassi, in cui gli effetti speciali visivi risultano eccessivi ed i personaggi sembrano rincorrere un plot abborracciato. Il film è stato sceneggiato dallo stesso Douglas, p<a href="http://us.movies1.yimg.com/movies.yahoo.com/images/hv/photo/movie_pix/walt_disney/the_hitchhiker_s_guide_to_the_galaxy/_group_photos/martin_freeman6.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://us.movies1.yimg.com/movies.yahoo.com/images/hv/photo/movie_pix/walt_disney/the_hitchhiker_s_guide_to_the_galaxy/_group_photos/martin_freeman6.jpg" border="0" /></a>rematuramente scomparso nel 2001, e terminato da Karey Kirkpatrick. </div><div><strong>Voto 6,50.</strong> </div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-61495053576533316802007-03-11T19:43:00.000+02:002007-03-11T19:47:19.504+02:00I cavalieri del Nord-Ovest<div><div>(She Wore a Yellow Ribbon, Usa 1949, col. 103’) </div><div>di John Ford. </div><div>Con John Wayne, Joanne Dru, Ben Johnson, Harry Carey jr., John Agar, Victor McLaglen.<a href="http://harrycareyjr.com/yellowRibbon1.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://harrycareyjr.com/yellowRibbon1.jpg" border="0" /></a> </div><div>Comandati dal veccho capitano Brittles i soldati del settimo cavalleggeri assediati dagli indiani in un fortino di frontiera del Nord Ovest, cercano di resistere e di evitare lo scontro frontale con i nativi che porterebbe solo un inutile spargimento di sangue da una parte e dall’altra. Intando alle vicende militari si mischiano anche quelle private dei personaggi principali. Uno dei più classici western di Ford, anche se sicuramente non il migliore, abbellito da una fotografia a colori stupefacente (assolutamente stupendi i colori della scena in cui Wayne parla sulla tomba della moglie) che vinse giustamente l’Oscar e che si rifà ai dipinti western di Frederic Remington, e dalla solida performance di John Wayne. Per il resto un solido buon vecchio film, con in più un insolito messaggio antimi<a href="http://media.monstersandcritics.com/articles/1173420/article_images/haveyoubeentouchingthebottle.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://media.monstersandcritics.com/articles/1173420/article_images/haveyoubeentouchingthebottle.jpg" border="0" /></a>litarista, come solo il grande cineasta americano sapeva girare. Insulso, come troppo spesso accade il titolo italiano, l’originale significa: “Vestiva un nastro giallo”. </div><div><strong>Voto 8,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-67961681693398636442007-03-10T23:04:00.000+02:002007-03-10T23:21:36.130+02:00Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione dal Kazakistan<div><div>(Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan, Usa 2005, col. 84') </div><div>di Larry Charles.</div><div>Con Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Luenell.<a href="http://thecia.com.au/reviews/b/images/borat-poster-0.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://thecia.com.au/reviews/b/images/borat-poster-0.jpg" border="0" /></a></div><div>Borat è un giornalista televisivo che viene da uno sperduto villaggio dellìex repubblica sovietica del Kazakistan, per realizzare un documentario si reca negli Stati Uniti dove è protagonista di una serie di strampalate disavventure.Il comico televisivo Sacha Baron Cohen giunto alla celebrità con il suo precedente personaggo di "Ali G" è protagonista di un film quantomeno strambo. Infarcito di candid camera (alcune vere altre chiaramente finte) e con un plot surreale ed improbabile, il film è irriverente nella sua voluta provocazione, il personaggio di Borat è soprattutto antisemita, e sessista, ma anche tutto sommato innocuo in quanto attacca in maniera piuttosto blanda il perbenismo della middle class americana (solo le scene della cena bonton e del rodeo sono abbastanza pungenti), altre gag possono far ridere ma il film ha il difetto di mancare di una sua struttura forte ed alla fine resta l'impressione che si sia trattato solo di un riuscito giochino goliardico. Successo commerciale globale abbastanza sorprendente. Il doppiaggio italiano, come è ovvvio in un film del genere, infici<a href="http://www.liter.kz/files/Borat-flag.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.liter.kz/files/Borat-flag.jpg" border="0" /></a>a un po' il risultato. Cohen ha trionfato per la miglior interpretazione in una commedia ai Golden Globe, la pellicola ha avuto anche una nomination per la sceneggiatura scritta dal comico insieme ad altri quattro collaboratori. <strong>Voto 6,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-63382868701272110732007-03-09T20:39:00.000+02:002007-03-09T20:41:02.650+02:00Blade Runner<div><div>(Usa 1982, col. 124’) </div><div>di Ridley Scott. </div><div>Con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, Daryl Hannah, Joanna Cassidy. <a href="http://adorocinema.cidadeinternet.com.br/filmes/blade-runner/blade-runner-poster06.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://adorocinema.cidadeinternet.com.br/filmes/blade-runner/blade-runner-poster06.jpg" border="0" /></a></div><div>In una Los Angeles del futuro, megalopoli enorme e tetra, l’ex poliziotto Rick Deckard specializzato nella caccia ai replicanti ribelli, androidi del tutto simili all’uomo tranne per il fatto di essere artificiali viene richiamato in servizio per trovarne quattro appena evasi da una colonia spaziale. La fantascienza è un genere difficile da portare sullo schermo, ma Ridley Scott che ci aveva già regalato il bellissimo Alien, ci riprova e fa centro, il suo film è già leggenda, lo scenario e l’atmosfera che si respirano sono unici, il mondo notturno, cupo e decadente che rappresenta sarà preso a modello in molte produzioni successive. Blade Runner è un noir metropolitano futuristico e visionario, un’opera modernissima ed avvincente ma soprattutto un saggio filosofico sull’essere diversi, sul diritto di esistere, senza dubbio una pellicola che resterà per sempre nella storia del cinema. Il film è tratto in maniera molto libera dal racconto di Philip K.Dick (autore di culto del genere fantscientifico) “Il cacciatore di aneroidi” e sceneggito da Hampton Fancher e David Peoples. Bellissima colonna sonora di “Vangelis”, il film fu manipolato in fase produttiva ed il finale non è quello voluto dal regista, che apparve però nella riedizione “Director’s Cut” per il grande schermo del 1991 e che dura 117’. Entrambe le versioni seppur diverse sono interessanti, io preferisco quella uscita nel 1982. Il film si aggiudicò gli Oscar per <a href="http://www.sfondideldesktop.com/Images-Movies/Blade-Runner/Blade-Runner-0003/Blade-Runner-0003.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.sfondideldesktop.com/Images-Movies/Blade-Runner/Blade-Runner-0003/Blade-Runner-0003.jpg" border="0" /></a>la scenografia e gli effetti speciali e nel 1993 e stato incluso nel Nation Film Registry. All’uscita fu snobbato dalla critica, salvo poi ricredersi con il passare degli anni. <strong>Voto 10,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-5597874241032243512007-03-08T19:21:00.000+02:002007-03-08T19:24:23.358+02:00Apocalypse Now<div><div>(Usa 1979, col. 150’) </div><div>di Francis Ford Coppola. </div><div>Con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Dennis Hopper, Harrison Ford, Laurence Fishburne, Scott Glenn. <a href="http://adorocinema.cidadeinternet.com.br/filmes/apocalypse-now/apocalypse-now-poster04.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://adorocinema.cidadeinternet.com.br/filmes/apocalypse-now/apocalypse-now-poster04.jpg" border="0" /></a></div><div>Il colonnello Kuntz, ha ormai abbandonato I ranghi dell’esercitò regolare ed ha creato un proprio piccolo regno dentro la foresta al confine fra Vietnam e Cambogia, il capitano Willard è in missione per rintracciarlo ed eliminarlo, ma il viaggio verso questo obiettivo sarà tutt’altro che facile, cosparso di ogni genere di imprevisti. Sotto le false spoglie di un film sulla guerra del Vietnam si nasconde un viaggio senza ritorno per l’inferno molto liberamente ispirato al celebre romanzo “Cuore di tenebra” di Konrad, questo e tanto altro è “Apocalypse Now” il più grande progetto mai messo in opera dall’italo-americano Coppola, kolossal maledetto, che costò al cineasta tutte le sue energie fisiche e nervose per essere realizzato. L’infame giungla delle Flippine dove il film fu girato rese proibitivo il lavoro dell’intera troupe tanto che fu girato persino un interessante docu-film sulla lavorazione intitolato “Viaggio all’inferno” ed uscito nel 1991. Recentemente è stato rieditato con scene tagliate in fase di montaggio ed è uscito con il titolo “Apocalypse Now Redux”. Sicuramente un capolavoro di culto, un grande riflessione sulla vita e sulla morte. Tante le scene indimenticabili passate direttamente alla storia del cinema, dagli elicotteri che arrivano al suono della “Cavalcata delle valchirie” all’incontro con il mefistofelico Kunt interpretato da un grandissimo Marlon Brando. Premi: Oscar alla fotografia dell’italiano Vittorio Storaro ed al sonoro, nominations come miglior, film, regia, montaggio, attore non protagonista (Robert Duvall), sceneggiatura non originale (scritta da Coppola insieme a John Milius), scenografia. Vinse la Palma d’oro a Cannes ad ex aequo con “Il tamburo di latta” , il David di Donatello come miglior film straniero, i Golden Globes come miglior attore non protagonista (sempre Duvall), regia e colonno sonora (firmata da Coppola stesso <a href="http://data1.blog.de/blog/a/altrove/img/Apocalypse-now_01.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://data1.blog.de/blog/a/altrove/img/Apocalypse-now_01.jpg" border="0" /></a>insieme al padre Carmine) ed un’infinità di altri premi minori. <strong>Voto 10,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-1009858545816204912007-03-07T19:50:00.000+02:002007-03-07T19:53:18.998+02:00Angel-A<div><div>(Francia 2005, b/n 89’) </div><div>di Luc Besson. </div><div>Con Jamal Debbouze, Rie Rasmussen, Gilbert Melki, Serge Riaboukine, Akim Chir. <a href="http://static.flickr.com/87/247312401_b47a66cf26.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://static.flickr.com/87/247312401_b47a66cf26.jpg" border="0" /></a></div><div>Il fallito Andrè, marocchino con passaporto americano che vive a Parigi si è messo dei guai prendendo soldi in prestito da diversi malavitosi. Senza via d’uscita e spaventato dalle conseguenze brutali che lo aspettano decide di suicidarsi gettandosi nella Senna da un ponte. Ma mentre sta per compiere il gesto disperato vede un’avvenente bionda che sta gettandosi nel fiume con lo stesso proposito a pochi mtri da lui. Si butta e la trae in salvo, è la bella Angela, che gli si dedica anima e corpo e nasconde un segreto. Besson mescola diversi ingredienti già visti in film strafamosi, il bianco e nero e l’innamoramento di un angelo sono chiaramente presi da “Il cielo sopra Berlino”, la scena del suicidio non può non ricordare “La vita è meravigliosa”, mentre il finale cita chiaramente “L’atalante” di Vigo, introduce una vena umoristica ed una chiave grottesca e spera di cavarne un buon film. Tuttavia l’aggettivo migliore che mi viene in mente per questa pellicola è inutile. Besson, autore anche della sceneggiatura e dichiarò all’uscita di questo film che sarebbe stata la sua ultima opera da regista (ma poi non ha mantenuto la promessa). Cast di sconosciuti, in cui spicca la stangona bionda danese Rasmussen. <a href="http://static.flickr.com/37/111951265_b8ad6a7ff9_o.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://static.flickr.com/37/111951265_b8ad6a7ff9_o.jpg" border="0" /></a></div><div><strong>Voto 5,00. </strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-44575565359945683632007-03-06T15:31:00.000+02:002007-03-06T15:33:24.355+02:002 single a nozze<div><div>(Wedding Crashers, Usa 2005, col. 119’) </div><div>di David Dobkin. </div><div>Con Owen Wilson, Vince Vaughn, Rachel McAdams, Christopher Walken, Will Ferrell, Jane Seymour, Isla Fisher, Henry Gibson, Rebecca DeMornay. <a href="http://media.movieweb.com/galleries/2800/posters/poster1.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://media.movieweb.com/galleries/2800/posters/poster1.jpg" border="0" /></a></div><div>Avvocati divorzisti ed amici per la pelle, de scapoli John e Jeremy si imbucano ai matrimoni per portarzi alletto belle ragazze un po’ allegre. Quando però John si innamora della bella Claire, figlia di un ministro e fidanzatissima con un ricco rampollo, l’amicizia va in crisi ed anche la sua vita sentimentale, visto che scoperto l’inganno lei lo ha rifiutato. Esilissima commedia che si regge su uno spunto non certo divertentissimo. I due protagonisti non sono dei veri comici, e si vede, nessuna gag davvero divertente ed una parte sentimentale mai credibile come del resto tutta la storia, sceneggiatura a dir poco ridicola. Classica commedia americana del nuovo millennio, priva di idee, omologata e con un finale a dir poco scontato. Si salva <a href="http://blogs.citypages.com/pscholtes/images/Wedding%20Crashers.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://blogs.citypages.com/pscholtes/images/Wedding%20Crashers.jpg" border="0" /></a>solo la McAdams, o meglio dire la sua avvenenza, bellissima. Sprecatissimo Walken. Addirittura miglior film agli MTV Movie Awards!!! <strong>Voto 3,00. </strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-28148427622506030692007-03-05T15:53:00.000+02:002007-03-05T16:07:32.580+02:00The Constant Gardener<div><div>(Germania/Regno Unito 2005, col. 129')</div><div>di Fernando Meirelles.</div><div>Con Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Hubert Koundé, Danny Huston, Daniele Harford, Bill Nighy.<a href="http://madeinbrazil.typepad.com/photos/uncategorized/13168ctz_aol_2.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://madeinbrazil.typepad.com/photos/uncategorized/13168ctz_aol_2.jpg" border="0" /></a></div><div>Il diplomatico inglese Justin Quayle sposa Tessa attivista di alcune organizzazioni umanitarie, i due vivono a Nairobi in Kenya in quanto Justin fa parte dell'alto commissariato Onu per le attività umanitarie, il loro rapporto è assai distaccato, mentre Justin è un politico tranquillo, conformista che ama passare il tempo a curare i fiori del suo giardino, Tessa è in continuo movimento per aiutare le popolazioni locali e si scontra spesso frontalmente, insieme al medico indigeno Arnold con la corruzione delle autorità locali ed internazionali. Quando Tessa muore misteriosamente durante un viaggio Justin apre gli occhi sul lurido gioco che le multinazionali farmaceutiche stanno facendo in Africa, e scopre che Tessa è in qualche modo coinvolta in quanto loro nemica. Dall'autore di "City of God", al primo film occidentale, ci si poteva aspettare molto di più, il film non indovina mai il registro giusto, non riesce ad essere una pellicola di denuncia, percorre confusamente la strada di una noiosa e complessa spy story, mentre il lato sentimentale è superficiale e quasi deprimente. Fotografica oleografica e stereotipata dell'Africa, attori fuori parte, Fiennes al solito è una statua di cera, la Weisz bellissima, ma poco credibi<a href="http://ffmedia.ign.com/filmforce/image/article/638/638986/constant-gardener-the-20050804003507309-000.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://ffmedia.ign.com/filmforce/image/article/638/638986/constant-gardener-the-20050804003507309-000.jpg" border="0" /></a>le, è stata comunque premiata con l'Oscar e con il Golden Globe come miglior attrice non protagonista. La sceneggiatura di Jeffrey Caine, tratta da un romanzo di John le Carré, ha avuto una nominations, così come la colonna sonora di Alberto Iglesias ed il montaggio. Il film era in concorso alla mostra di Venezia. <strong>Voto 5,25.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-68959964420393901932007-03-04T12:09:00.000+02:002007-03-04T12:11:27.216+02:00The killer<div><div>(Diexue shuanxiong, Hong Kong 1989, col. 111’) </div><div>di John Woo. </div><div>Con Chow Yun-fat, Danny Lee, Sally Yeh, Chu Kong, Tsang Kong. <a href="http://etu.univ-lyon2.fr/images/photos/0099/img_1143637665159.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://etu.univ-lyon2.fr/images/photos/0099/img_1143637665159.jpg" border="0" /></a></div><div>Il killer professionista Franck accetta un ultimo lavoro prima di ritirarsi e dedicarsi alla sua amata, la cantante Jenny alla quale in un incidente ha provocato la cecità. Ma le cose si complicano inaspettatamente e da cacciatore si ritrova cacciato, si vede così costretto ad allersi proprio con un poliziotto suo nemico storico. Sicuramente il film capolavoro di John Woo, poi vendutosi alla legge dei blockbusters hollywoodiani. Il regista cinese mostra qui tutto il suo talento visivo ed eredità da Peckinpah e Leone la forza di mettere in immagini la violenza rendendola puro poesia. Uno dei migliori film d’azione del decennio ed esempio del cinema di Hong Kong al suo <a href="http://www.movieconnection.it/schede/the_killer.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.movieconnection.it/schede/the_killer.jpg" border="0" /></a>meglio. Grandissimi i due protagonisti, in una parabola di amicizia ed onore fra noir e melodramma. Prodotto dal regista Tsui Hark, il titolo originale significa “Due proiettili eroici”. <strong>Voto 8,50.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-16350133261932748472007-03-03T16:12:00.000+02:002007-03-03T16:15:17.436+02:00Fa' la cosa giusta<div><div>(Do the Right Thing, Usa 1989, col. 120’). </div><div>Di Spike Lee. </div><div>Con Danny Aiello, John Turturro, Sike Lee, Richard Edson, Giancarlo Esposito, John Savage, Jole Lee, Rosie Perez, Ossie Davis, Samuel L.Jackson, Franck Vincent, Bill Nunn. <a href="http://www.uwec.edu/DC/AP/IFS/pastfilms/images/films/rightthing.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.uwec.edu/DC/AP/IFS/pastfilms/images/films/rightthing.jpg" border="0" /></a></div><div>A Brooklyn è una torrida estate nel quartiere nero di Bedford-Stuyvesant; la pizzeria italiana gestita da Sal e dai figli Vito e Pino lavora in tranquillità e sembrano dimenticati i disordini razziali di alcuni anni prima. Ma basta poco per far riaccendere la miccia e l’odio. La miglior riflessione filmica di Spike Lee sulla difficoltà nel creare una società multirazziale, specie in un America dove è ancora profondo il problema dell’emarginazione e della ghettizzazione delle minoranze etniche. Il cineasta ci mostra senza alcun compiacimento la situazione psicologica dichi tutti i giorni convive nello stesso quartiere essendo diverso non solo come razza ma specialmente come background culturale ed il conflitto fra questi due mondi sembra inevitabile. Duro e pessimista il film di Lee, il miglior regista afro-americano di sempre, funziona in maniera perfetta grazie anche ad un calda fotografia ed alla trascinante colonna sonora all black firmata dal padre Bill Lee, la canzone sui titolo è invece “Fight the Power dei Public Enemy. Il film, che è ispirato ad un fatto di cronaca accaduto a Howard Beach nel 1986, era in concorso a Cannes ed ha ricevuto due nominations: miglior regia e miglior sceneggi<a href="http://www.thestencil.com/archives/images/do-the-right-thing-water.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.thestencil.com/archives/images/do-the-right-thing-water.jpg" border="0" /></a>atura originale scritta dallo stesso Spike Lee, nel 1999 è stato incluso nel National Film Registry. <strong>Voto 9,50.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-1406002248439144342007-03-02T13:43:00.000+02:002007-03-02T13:45:25.578+02:00Un'altra donna<div><div>(Another Woman, Usa 1988, col. 84’) </div><div>di Woody Allen. </div><div>Con Gena Rowlands, Mia Farrow, Ian Holm, Gene Hackman, Blythe Danner. <a href="http://ec1.images-amazon.com/images/P/B00005AUJI.01._SS500_SCLZZZZZZZ_V1056686981_.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://ec1.images-amazon.com/images/P/B00005AUJI.01._SS500_SCLZZZZZZZ_V1056686981_.jpg" border="0" /></a></div><div>La scrittrice newyorchese Marion, cerca di finire il suo ultimo libro nell’isolamento di un piccolo appartamento, è sposata con un affermato medico ma è anche in piena crisi d’identità. Un giorno casualmente si accorge che da una parete del suo appartamento sente le sedute psicoanalitiche che una dottoressa tiene li accanto. Spinta da una irrazionale curiosità finisce persino per immedesimarsi con Hope, una delle pazienti, attraverso la cui esperienza fa i conti con i propri problemi. Woody Allen, grande ammiratore di Ingmar Bergman, mette in scena un film intimista che scava dentro al personaggio principale, una donna di successo, portando alla luce i problemi e la superficialità della vita di tutti i giorni. Certo per chi si aspetta l’Allen comico degli esordi è un bello shock. Sicuramente ben più riuscito del già drammatico e precedente “Interiors”, si avvale di un cast di tutto rispetto. Scritto dal regista, è stato <a href="http://www.woodyallen.art.pl/film/grafika/aw.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.woodyallen.art.pl/film/grafika/aw.jpg" border="0" /></a>il primo film interpretato dalla Rowlands dopo la morte del marito regista e mentore John Cassavetes. La doppiatrice italiana Marzia Ubaldi ha vinto per questo film il Nastro d’argento per il miglior doppiaggio. <strong>Voto 8,50.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-9478977686029826492007-03-01T14:00:00.000+02:002007-03-01T14:02:03.510+02:00Transamerica<div><div>(Usa 2005, col. 103’) </div><div>di Duncan Tucker. </div><div>ùCon Felicity Huffman, Kevin Zegers, Fionnula Flanagan, Graham Greene, Elizabeth Pena, Burt Young. <a href="http://us.movies1.yimg.com/movies.yahoo.com/images/hv/photo/movie_pix/weinstein_company/transamerica/_group_photos/kevin_zegers4.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://us.movies1.yimg.com/movies.yahoo.com/images/hv/photo/movie_pix/weinstein_company/transamerica/_group_photos/kevin_zegers4.jpg" border="0" /></a></div><div>Sabrina detta Bree è un transessuale in attesa dell’operazione per cambiare definitivamente la propria identita e diventare una donna a tutti gli effetti. Sopravvive facendo la cameriera in un ristorante messicano di Los Angeles, ma la sua già tormentata esistenza viene sconvolta dalla scoperta di avere un figlio sedicenne che sta uscendo dal riformatorio a New York City. La madre, con cui aveva avuto una relazione in gioventù si è suicidata, e Bree deve prendersi cura del ragazzo. Il film ha il merito di toccare un tema delicato come la transessualità con buona sensibilità, il personaggio di Bree viene fuori benissimo con tutta la sua umanità, le sue debolezze e le sue forze, grazie anche ad una grande prova di Felicity Huffman (che si è guadagnata la candidatura all’Oscar ed ha vinto il Golden Globe). La spontaneità del racconto ci fa perdonare anche gli evidenti buchi di sceneggiatura, resta un ottimo road movie che ha coraggio di raccontare una storia diversa senza cadere nel solito politically correct ed anche il finale dall’apparente happy end è in realtà assai anticonvenzionale. Il titolo si riferisce sia alla bisessualità del protagonista che al viaggio da New York a Los Angeles che Bree e Toby compiono. Una nomination se la è guadagnata anche la canzone di Dolly Parton “Travelin’ T<a href="http://www.moviezine.se/filmbilder/023/transamerica.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.moviezine.se/filmbilder/023/transamerica.jpg" border="0" /></a>hru”. L’esordiente Tucker ha vinto un premio al festival di Berlino. <strong>Voto 7,50.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-45339163230251023472007-02-27T14:15:00.000+02:002007-02-27T14:19:04.566+02:00Manhattan<div><div><div>(Usa 1979, b/n 96’) </div><div>di Woody Allen. Con Woody Allen, Diane Keaton, Michael Murphy, Mariel Hemingway, Meryl Streep, Anne Byrne. </div><div><a href="http://www.filmposters.it/imgposter/grandi/manhattan.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.filmposters.it/imgposter/grandi/manhattan.jpg" border="0" /></a>Isaac Davis scrive soggetti per programme televisivi, ma ormai stanco progetta di scrivere un libro dal titolo “La sionista castrante”, con due matrimony falliti alle spalle vive ora con la diciassettene intellettuale Tracy, ma la differenza dietà lo mette perennemente a disagio. Inoltre l’ultima moglie è una scrittrice è sta per pubblicare un nuovo libro autobiografico nel quale Isaac teme di essere coinvolto ed apostrofato negativamente. L’opera più matura di Allen, un viaggio nel mondo di Woody, la sua New York splendidamente fotografata in un indimenticabile bianco e nero (di Gordon Willis), le sue paure ed eterne fobie, i suoi dialoghi ironici e soprattutto autoironici, i suoi personagi sclerotici, nevrastenici, la psicologia complessa dei rapporti umani e sentimentali, tutto come per incanto è perfetto in “Manhattan”. Cast strepitoso, compresa la giovanissima Hemingway che fu candidata all’Oscar come miglior attrice non protagonista senza peraltro vincerlo, un’altra nomination andò alla sceneggiatura originale scritta da Allen insieme ad Marshall Bric<a href="http://www.xenix.ch/_img/1_programm/movie/776.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.xenix.ch/_img/1_programm/movie/776.jpg" border="0" /></a>kman. Il film trionfò invece in Europa dove vinse Bafta, Cesar e Nastro d’argento come miglior film straniero, oltre ad altri numerosi premi minori. <strong>Voto 9,50.</strong></div></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-27482653924902681172007-02-26T22:15:00.000+02:002007-02-26T22:17:57.741+02:00Velluto blu(Blue Velvet, Usa 1986, col. 120’)<br />di Davi Lynch.<br />Con Kyle MacLachlan, Tennis Hopper, Isabella Rossellini, Laura Dern, Dean Stockwell, Hope Lange. <a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/5/54/BlueVelvetLynch.jpg/200px-BlueVelvetLynch.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/5/54/BlueVelvetLynch.jpg/200px-BlueVelvetLynch.jpg" border="0" /></a><br />Un orecchio mozzato giace in un prato, lo trova il giovane Jeffrey che denuncia il fatto alla polizia. Insieme all’amica Sandy, figlia di un ufficiale di polizia e della quale è anche innamorato si immischia in faccende che non lo riguardano che coinvolgono anche la cantante di night club Dorothy ed il cattivissimo Frank suo ricattatore. Thriller affascinante e disgustosamente grandguignolesco, girato in puro stile Lynch, riprende e sovverte tutti i classici stereotipi del genere noir, immettendo per esempio nel film sadismo ed al tempo stesso romanticismo. Hopper nella parte del maniaco è magistrale, mentre la Rossellini si mostra senza pudore. Film perverso e bellissimo, uno degli apici della cinematografia del controverso regista nordamericano che ne ha curato anche la sceneggiatura, musiche del nostro Angelo Badalamenti che collaborera spesso co<a href="http://www.mgmtv.co.kr/movie/data/bluevelvet.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.mgmtv.co.kr/movie/data/bluevelvet.jpg" border="0" /></a>n Lynch. Il cineasta ricevette una Nomination all’Oscar per la miglior regia, la pellicola ha vinto il festival di Avoriaz.<br /><div><strong>Voto 8,75</strong></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-73406183263464603022007-02-25T17:17:00.000+02:002007-02-25T17:18:58.823+02:00Gabrielle<div><div>(Francia/Italia 2005, b/n e col. 90’) </div><div>di Patrice Chereau. </div><div>Con Isabelle Huppert, Pascal Greggory, Claudia Coli, Thierry Haneisse, Mai David. </div><div><a href="http://giotto.ibs.it/vjack/z05/8032700995005.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://giotto.ibs.it/vjack/z05/8032700995005.jpg" border="0" /></a>Jean Hervey ci racconta se stesso, uomo d’affari nella parigini di inizio novecento, con il fiuto per i soldi, la vita elegante e la moglie adorata Gabrielle, che egli considera come il prezioso dei suoi possedimenti e per questo rispetta ad algida distanza. Nel suo racconto Jean ci fa capire come tutta la sua vita sia sotto controllo ed aliena da ogni forma d’imprevisto. Ma un giorno torna a casa e trova, inopinatamente, una lettera di Gabrielle che l’ha lasciato, ma la moglie dopo poche ore ritorna sui suoi passi. Ma ormai tutte le certezze di Jean sono svanite. Tratto dal racconto “Il ritorno” di Conrad, e rielaborato con maggior spazio alla parte femminile là praticamente trascurata dal regista insieme a Annel_-ouise Trividic. Chereau gira un film da camera oserei dire quasi teatrale, con pochissimi personaggi, tanti dialoghi, ma anche un originale uso degli stessi ed elaborazione dei caratteri che non risultano mai banali, ma anzi, molto ben sviluppati ed interessanti. Bravissima come sempre la Huppert. Lo sgretolarsi di un mondo è raccontato con partecipazione, intrigante la scelta di girare il film in parte a colori (nelle scene degli scontri fra i due coniugi) ed in part<a href="http://www.figaroscope.fr/photos/19000_cine_01.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.figaroscope.fr/photos/19000_cine_01.jpg" border="0" /></a>e in bianco e nero (nelle sequenze più convenzionali). La pellicola era in concorso al festival di Venezia, in patria ha vinto due Cesar per scenografia e costumi. <strong>Voto 6,50. </strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-22472686421316853482007-02-24T22:52:00.000+02:002007-02-24T22:54:10.483+02:00Ran(Giappone/Francia 1985, col.161’)<br />di Akira Kurosawa. Con Tatsuya Nakadai, Akira terao, Jinpachi Nezu, Daisuke Ryu, Mieko Harada, Peter Hisashi Igawa.<a href="http://images-eu.amazon.com/images/P/B00006FI2S.02.LZZZZZZZ.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://images-eu.amazon.com/images/P/B00006FI2S.02.LZZZZZZZ.jpg" border="0" /></a><br />Il principe Hidetora, feudatario nel Giappone del cinquecento, ormai giunto in tarda età, decide di dividere le sue vaste terre fra i tra figli Taro, Jiro e Saburo. Ma ciò non farà altro che scatenare una spietata faida familiare che non risparmierà niente e nessuno. Kurosawa ha per la prima volta a disposizione un budget da grande film (grazie alla produzione internazionale) e con il suo indubbio talento visivo confeziona un’opera che è una gioia per gli occhi e per il cervello, intelligente e raffinata trasposizione orientale del “Re Lear” shakespeariano. Un film coloratissimo con scene di battaglia colossali, ultimo capolavoro di uno dei più grandi maestri della storia del cinema. La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Hideo Oguni e Msasato Hara. Ha vinto l’Oscar per i migliori costumi, mentre regia, fotografia e scenografia si sono dovute accontentare di una nomination. Molti altri i riconoscimenti avuti fra i quali due Bafta e un<a href="http://www.pbs.org/wnet/gperf/shows/kurosawa/multimedia/images/film7_01.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.pbs.org/wnet/gperf/shows/kurosawa/multimedia/images/film7_01.jpg" border="0" /></a> David. Il tiolo in giapponese significa caos.<br /><div><strong>Voto 9,75.</strong></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-28063153968919653412007-02-23T22:33:00.000+02:002007-02-23T22:37:01.053+02:00Broadway Danny Rose<div><div>(Usa 1984, b/n 81’) </div><div>di Woody Allen. </div><div>Con Woody Allen, Mia Farrow, Nick Apollo Forte, Milton Berle, Will Jordan, Sandy Baron. <a href="http://www.lowagie.com/film/movies/979.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.lowagie.com/film/movies/979.jpg" border="0" /></a></div><div>La vita dello sfortunato agente teatrale Danny Rose viene raccontato da alcuni vecchi artisti attorno ad un tavolo di ristorante. Con un cast di artisti strampalati che tenta di piazzare con una tenacia irriducibile, puntualmente abbandonato da chi riesce ad avere un po’ di successo come il bizzoso cantante italo-americano Lou Canova. Una delle opere più originali nella filmografia del grande Woody, un ritratto comico ed allo stesso tempo malinconico di un personaggio nato perdente macon una voglia di vivere che sintetizza tutta l’irresistibile fbra e tenacia dell’essere umano. Un film tenero, tiste ed al tempo stesso buffo e spassoso, un mix riuscitissimo di commedia e pungente satira sociale. Allen fece recitare la Farrow per tutto il film con gli occhiali da sole per farla sembrare più credibile come italo-americana. Considerato fra le opere minori è in realtà uno dei gioielli della carriera dell’autore newyorchese. Woody Allen fu nominato all’Oscar come miglior regista e sceneggiatore, sempre per la <a href="http://www.25frames.org/media/screens/644.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.25frames.org/media/screens/644.jpg" border="0" /></a>sceneggiatura il film ha vinto il David di Donatello e il BAFTA. Voto 9,50. </div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-49010257855132221382007-02-22T14:23:00.000+02:002007-02-22T14:25:08.485+02:00Wild Side(Francia/Regno Unito/Belgio 2004, col. 95’)<br />di Sébastien Lifshitz.<br />Con Stephanie Nichelini, Yasmine Belmadi, Edouard Nikitine, Josiane Stolerù. <a href="http://images.amazon.com/images/P/B000ANVNIU.01._SX220_SCLZZZZZZZ_V57130138_.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://images.amazon.com/images/P/B000ANVNIU.01._SX220_SCLZZZZZZZ_V57130138_.jpg" border="0" /></a>Il transessuale Pierre che si fa chiamare Stephanie vive con gli amanti MIkahil, un cameriere russo che non parla una parola di francese e il maghrebino Djamel che fa la vita di strada come Stephanie/Pierre. Una telefonata con la notizia che la madre sta morendo fa accorrere al capezzale il/la protagonista che non la vedeva da molti anni, tornano a galla così i ricordi ormai rimossi dell’infanzia, specie del padre scomparso quando Pierre era ancora un bambino. Il bravo e purtroppo ancora poco conosciuto regista francese ci porta senza tabù alla scoperta non tanto del mondo transessuale/omosessuale ma quanto dei personaggi che compongono questo piccolo/grande film, l’analisi dei caratteri ed i rapporti interpersonali sono quanto di più credibile si possa trovare, ed anche l’amore a tre è visto come una possibilità, dall’emarginazione socio-culturale può nascere anche amore e non solo odio. Un film unico come la sensibilità dell’autore, supportato da un gruppo di interpreti sconosciuti ma bravissimi. Il film scritto dal regista con il fido Stephane Bouquet ha vinto due premi al festival di Berlino ed è stato premiato anche <a href="http://www.cinergie.be/cinergie/revue86/wild_side.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.cinergie.be/cinergie/revue86/wild_side.jpg" border="0" /></a>ai festival di Gijon, Seattle e L.A.Outfest. La performance canora nel locale gay ad inizio film è eseguita dal cantante canadese Anthony. <strong>Voto 8,50.</strong>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-87344493232274383152007-02-21T16:36:00.000+02:002007-02-21T16:38:13.825+02:00I giorni del cielo<div><div>(Days of Heaven, Usa 1978, col. 95’) </div><div>di Terrence Malick. </div><div>Con Richard Gere, Brooke Adams, Sam Shepard, Linda Manz, Robert Wilke, Stuart Margolin. <a href="http://robosexual.typepad.com/glob/images/days_of_heaven_2.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://robosexual.typepad.com/glob/images/days_of_heaven_2.jpg" border="0" /></a>Negli Stati Uniti del 1916 Bill ed Abby una coppia proletaria di diseredati di Chicago emigrano nel midwest con la sorellina di lei Linda, narratrice della storia, per cercare lavoro come braccianti. Assunti nella fattoria del ricco proprietario Chuck, approfittano con la scusa di essere fratelli, della sbandata che il padrone si prende per Abby, la vita agiata fa gola. Abby e Chuck si sposano ma la verità è destinata a venire a galla. Un film unico, mix riuscitissimo fra melodramma, avventura, affresco storico, il tutto immerso in una natura via come non mai (meritatissimo l’oscar alla splendida fotografia di Nestor Almendros) il film è stato girato solo al tramonto e all’alba per avere la splendida luce desiderata, Malick (autore anche della sceneggiatura) è un regista fuori da ogni moda e da ogni genere e con quest’opera dimostra tutto il suo valore e la sua importanza nel cinema americano moderno, poche pellicole ma tutte bellissime, dovrà aspettare ben 21 per vedere realizzato il suo terzo lungometraggio (La sottile linea rossa), solo per il montaggio di questa pellicola gli ci vollero ben due anni. Il ruolo di Billl venne rifiutato nell’ordine da: Al Pacino, John ravolta e Dustin Hoffman prima di finire a Richard Gere. La Colonna sonora firmata da Ennio Morricone si prese una nomination insieme ai costu<a href="http://www.montrealfilmjournal.com/dat/pic/M0000142.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.montrealfilmjournal.com/dat/pic/M0000142.jpg" border="0" /></a>mi e al sonoro, Malick ebbe il premio di miglir regista a Cannes, il film vinse inoltre il David di Donatello come miglior film straniero.</div><strong>Voto 9,75</strong></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-45538331191156811242007-02-19T11:53:00.000+02:002007-02-19T11:57:34.062+02:00La costola di adamo<span class="postbody"><span style="FONT-WEIGHT: bold"><span style="font-family:arial;">(Adam’s Rib, Usa 1949, b/n 100’)<br />di George Cukor.<br />Con Katharine Hepburn, </span><a href="http://www.wtv-zone.com/lumina/artwork/jhribdvd.jpg"><span style="font-family:arial;"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.wtv-zone.com/lumina/artwork/jhribdvd.jpg" border="0" /></span></a><span style="font-family:arial;">Spencer Tracy, Judy Holliday, Tom Ewell, David Wayne, Jean Hagen.</span> </span><br /><span style="font-size:85%;"><span style="font-size:100%;">Adam e Amanda Bonner sono felicemente sposati, entrambi esercitano la professione legale, lui è procuratore distrettuale e lei un avvocato, i guai cominciano quando i due si scontrano per un caso di omicidio nell’aula di tribunale, anche la vita privata ne subirà le inevitabili conseguenze.<br />Spassosa commedia del duo Hepburn/Tracy, che faceva coppia (e scandalo, perché lui era sposato) anche nella vita prvata, qui sono al massimo della forma, Cukor come sempre dimostra di essere il miglior regista di sempre nel ritrarre personaggi femminili davvero interessanti, e sa districarsi da par suo nelle vicende sentimentali evitando di metterci troppo zucchero, il ritmo è eccellente, i dialoghi ficcanti e l’ironia impregna in modo intrigante tutta la pellicola. Una commedia sofisticata come solo nella vecchia Hollywood sapevano fare. Il film ebbe una nomination per la miglior sceneggiatura firmata da Garson Kanin (noto anche come regi</span><a href="http://home.nau.edu/images/userimages/nau_boles/5445/ar.jpg"><span style="font-size:100%;"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://home.nau.edu/images/userimages/nau_boles/5445/ar.jpg" border="0" /></span></a><span style="font-size:100%;">sta) e dall’attrice Ruth Gordon (l’indimenticabile vecchina di Harold & Maude), Judy Holliday ebbe una nomination ai Golden Globes come miglior attrice non protagonista.<br /></span><span style="FONT-WEIGHT: bold"><span style="font-size:100%;">Voto 8,75</span>.</span></span><br /></span>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8902729513378327983.post-79804326239933817152007-02-18T01:41:00.000+02:002007-02-18T01:44:42.886+02:00La sanguinaria<div><div>(Gun Crazy / Deadly is Female, Usa 1949, b/n 86’) </div><div>di Joseph H.Lewis. </div><div>Con Peggy Cummings, John Dall, Berry Kroeger, Morris Carnovsky, Annabel Show.<a href="http://www.cinemacom.com/noir/gunCrazy402.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.cinemacom.com/noir/gunCrazy402.jpg" border="0" /></a><br />Il giovane Bart Tare, da sempre amante delle armi, conosce Laurie una perfette tiratrice in un side show di un circo e se ne innamora perdutamente. Questo però sarà solo l’inizio dei suoi guai, l’avida e spietata Laurie lo coinvolgera in una serie di rapine con annessi un paio di omicidi. La polizia intanto inizia a braccarli. La Sanguinaria è uno dei migliori prodotti del cinema di serie B americano a cavallo fra gli anni ’40 e ’50, un gioiellino recentemente rivalutato grazie alla splendida regia dello specialista dei film a basso costo J.H.lewis ed ad una caratterizzazione dei personaggi fuori dalla norma del cinema americano coevo, Laurie non è infatti una dark lady alla Veronica Lane, ma piuttosto a tutto l’aspetto della ragazza della porta accanto, tutt’altro che raffinata o sofisticata ma di sicuro ambigua e mefistofelica. Ed il personaggio maschile debole e sottomesso dall’amore per la sua bella è alquanto originale e calzante. La sceneggiatura è del grande Dal ton Trombo che poi finira nella tristemente famosa lista nera del senatore McCarthy, “Gangster Story” di Penn deve mo<a href="http://www.sea.fi/foto/gun_crazy.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand" alt="" src="http://www.sea.fi/foto/gun_crazy.jpg" border="0" /></a>lto a questo piccolo film, la scena della rapina girata in piano sequenza è da urlo e fu girata in loco senza avvisare nessuno in presa diretta, le urla dei passanti sono vere, stanno pensando che stia per avvenire una vera rapina!. Il film è stato inserito nel 1998 nel Nation Film Registry. </div><div><strong>Voto 9,00.</strong></div></div>Alessandro Muccinihttp://www.blogger.com/profile/16147705514416965298noreply@blogger.com0