giovedì 15 marzo 2007

La morte in diretta

(La mort en direct, Franciag/RFT 1980, col. 128’)
di Bertrand Tavernier.
Con Romy Schneider, Harvey Keitel, Harry Dean Stanton, Max Von Sydow, Therese Liotard, Caroline Landrishe, William Russell, Bernhard Wicki.
Il direttore di un network televisivo senza scrupoli inventa un nuono programma chiamato “La morte in diretta” in cui un malato terminale viene seguito passo passo dalle telecamere fino alla sua morte. Per tal scopo individuano una scrittrice a cui è stato diagnosticato un male incurabile e la fanno seguire da un operatore che ha una telecamera installata in un occhio. Una specie di Grande Fratello ante litteram, una parabola sul cinismo dei mass media e della società contemporanea, filmata con la solita sensibilità psicologica dal bravo Tavernier a partire da un romanzo di David Compton (The Continuos Katherine Mortenhoe) da cui il regista a tratto la sceneggiatura in collaborazione con David Rayfiel e Geza von Radvany. Tavernier è stato premiato per la miglior regia al Festival di Berlino. L’insolita coppia Keitel/Schneider funziona benissimo, il cast compresi i personaggi di contorno è eccezionale. Bella e freddissima fotografia di una Glasgow cupa ed aliena.
Voto 8,00.

mercoledì 14 marzo 2007

Arcipelaghi

(Italia/Francia 2001, col. 89’)
di Giovanni Columbu.
Con Pietrina Menneas, Paolo Lostia, Giancarlo Lostia, Pietro Seche, Fiorenzo Matt, Carlo Sannais, Badore Cottu.
In un paesino della Sardegna il piccolo Giovanni lasciato nell’ovile di famiglia è suo malgrado testimone di un furto di cavalli, e per questo viene barbaramente sgozzato. Sarà vendicato dal fretello Oreste, che processato dal tribunale dei minori sarà difeso dall’omertà del paese e della madre in particolare. Girato con i contributi del Ministero delo Spettacolo e della regione Sardegna da un ex documentarista della televisione di stato, recitato quasi interamente in dialetto locale (con sottotitoli) e tratto dall’omonimo romanzo di Maria Giacobbe. Un film che racconta una terra aliena ma anche parte integrante del nostro paese , dove il silenzio omertoso è un valore, nel bene o nel male. Il regista racconta la storia partendo dal tribunale e tornando indietro in una serie di flashback senza un nesso logico temporale che costruiscono un vero mosaico narrativo. Cinema difficile ma di sicuro interesse.
Voto 7,00.

martedì 13 marzo 2007

La marchesa von...

(La Marquise d’O…, Francia/Rft 1976, 102’)
di Eric Rohmer.
Con Edith Claver, Bruno Ganz, Otto Sander, Edda Seippel, Peter Luhr.
Siamo nella seconda metà del XIX° secolo in un’anonima città europea, la figlia del governatore viene tratta in salvo da un conte mentre le truppe assedianti stanno entrando in città ed dei soldati l’hanno insidiata. Rimasta casualmente incinta per colpa di quel funesto episodio, e ferocemente ripudiata dalla famiglia, si rifugia isolandosi in una casa di campagna e arriva addirittura a fare un’inserzione su un giornale per conoscere l’autore di tale misfatto. Rohmer mette in scena un originale opera miracolosamente in equilibrio fra dramma e commedia, drammatica è la storia d’amore impossibile e negato fra i protagonisti, da commedia sono invece i toni burleschi usati dal regista. Gli interpreti sono tutti provenienti dal teatro, fra cui spicca un giovane e già bravo Brun Ganz, Con una cornice degna del capolavoro, musiche e fotografia del grande Nestor Almendros eccellenti, l’autore ci regala il suo film più personale e memorabile. Il film, che è tratto da un racconto di Heinrich von Kleist, vinse il Gran Premio della giuria al Festival di Cannes a cui vanno aggiunti numerosi premi meno famosi.
Voto 8,00.

lunedì 12 marzo 2007

Guida galattica per autostoppisti

(The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, Regno Unito/Usa 2005, col. 109’)
di Garth Jennings.
Con Martin Freeman, Sam Rockwell, Mos Def, Zooey Deschanel, John Malkovich, Nill Nighy.
Il giovane inglese Arthur è disperato perché la sua casa sta per essere demolita per far spazio ad una nuova tangenziale, un amico di colore gli predice l’imminente fine della terra, e sorprendentemente si rivela essere un alieno che lo salva portandolo con se nello spazio, unico superstite umano (insieme ad una ragazza di cui è innamorato), in quanto il nostro pianeta è stato annientato per far posto ad una nuova autostrada spaziale. E' solo l'inizio di una serie di mirabolanti avventure. Bizzarra parodia fantascientifica tratta dai libri di Douglas N.Adams, il film vive di continue invenzioni visive e verbali, alcune delle quali sono veramente sferzati e/o divertenti. Esilarante ad esempio la scena della cerimonia rituale della setta dei fazzoletti, capeggiata da un divertito John Malkovich. Godibili gli inserti spiegativi animati sul mondo galattico ed in generale i commenti della voce off. Purtroppo il film ha anche dei momenti bassi, in cui gli effetti speciali visivi risultano eccessivi ed i personaggi sembrano rincorrere un plot abborracciato. Il film è stato sceneggiato dallo stesso Douglas, prematuramente scomparso nel 2001, e terminato da Karey Kirkpatrick.
Voto 6,50.

domenica 11 marzo 2007

I cavalieri del Nord-Ovest

(She Wore a Yellow Ribbon, Usa 1949, col. 103’)
di John Ford.
Con John Wayne, Joanne Dru, Ben Johnson, Harry Carey jr., John Agar, Victor McLaglen.
Comandati dal veccho capitano Brittles i soldati del settimo cavalleggeri assediati dagli indiani in un fortino di frontiera del Nord Ovest, cercano di resistere e di evitare lo scontro frontale con i nativi che porterebbe solo un inutile spargimento di sangue da una parte e dall’altra. Intando alle vicende militari si mischiano anche quelle private dei personaggi principali. Uno dei più classici western di Ford, anche se sicuramente non il migliore, abbellito da una fotografia a colori stupefacente (assolutamente stupendi i colori della scena in cui Wayne parla sulla tomba della moglie) che vinse giustamente l’Oscar e che si rifà ai dipinti western di Frederic Remington, e dalla solida performance di John Wayne. Per il resto un solido buon vecchio film, con in più un insolito messaggio antimilitarista, come solo il grande cineasta americano sapeva girare. Insulso, come troppo spesso accade il titolo italiano, l’originale significa: “Vestiva un nastro giallo”.
Voto 8,00.

sabato 10 marzo 2007

Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione dal Kazakistan

(Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan, Usa 2005, col. 84')
di Larry Charles.
Con Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Luenell.
Borat è un giornalista televisivo che viene da uno sperduto villaggio dellìex repubblica sovietica del Kazakistan, per realizzare un documentario si reca negli Stati Uniti dove è protagonista di una serie di strampalate disavventure.Il comico televisivo Sacha Baron Cohen giunto alla celebrità con il suo precedente personaggo di "Ali G" è protagonista di un film quantomeno strambo. Infarcito di candid camera (alcune vere altre chiaramente finte) e con un plot surreale ed improbabile, il film è irriverente nella sua voluta provocazione, il personaggio di Borat è soprattutto antisemita, e sessista, ma anche tutto sommato innocuo in quanto attacca in maniera piuttosto blanda il perbenismo della middle class americana (solo le scene della cena bonton e del rodeo sono abbastanza pungenti), altre gag possono far ridere ma il film ha il difetto di mancare di una sua struttura forte ed alla fine resta l'impressione che si sia trattato solo di un riuscito giochino goliardico. Successo commerciale globale abbastanza sorprendente. Il doppiaggio italiano, come è ovvvio in un film del genere, inficia un po' il risultato. Cohen ha trionfato per la miglior interpretazione in una commedia ai Golden Globe, la pellicola ha avuto anche una nomination per la sceneggiatura scritta dal comico insieme ad altri quattro collaboratori. Voto 6,00.

venerdì 9 marzo 2007

Blade Runner

(Usa 1982, col. 124’)
di Ridley Scott.
Con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, Daryl Hannah, Joanna Cassidy.
In una Los Angeles del futuro, megalopoli enorme e tetra, l’ex poliziotto Rick Deckard specializzato nella caccia ai replicanti ribelli, androidi del tutto simili all’uomo tranne per il fatto di essere artificiali viene richiamato in servizio per trovarne quattro appena evasi da una colonia spaziale. La fantascienza è un genere difficile da portare sullo schermo, ma Ridley Scott che ci aveva già regalato il bellissimo Alien, ci riprova e fa centro, il suo film è già leggenda, lo scenario e l’atmosfera che si respirano sono unici, il mondo notturno, cupo e decadente che rappresenta sarà preso a modello in molte produzioni successive. Blade Runner è un noir metropolitano futuristico e visionario, un’opera modernissima ed avvincente ma soprattutto un saggio filosofico sull’essere diversi, sul diritto di esistere, senza dubbio una pellicola che resterà per sempre nella storia del cinema. Il film è tratto in maniera molto libera dal racconto di Philip K.Dick (autore di culto del genere fantscientifico) “Il cacciatore di aneroidi” e sceneggito da Hampton Fancher e David Peoples. Bellissima colonna sonora di “Vangelis”, il film fu manipolato in fase produttiva ed il finale non è quello voluto dal regista, che apparve però nella riedizione “Director’s Cut” per il grande schermo del 1991 e che dura 117’. Entrambe le versioni seppur diverse sono interessanti, io preferisco quella uscita nel 1982. Il film si aggiudicò gli Oscar per la scenografia e gli effetti speciali e nel 1993 e stato incluso nel Nation Film Registry. All’uscita fu snobbato dalla critica, salvo poi ricredersi con il passare degli anni. Voto 10,00.

giovedì 8 marzo 2007

Apocalypse Now

(Usa 1979, col. 150’)
di Francis Ford Coppola.
Con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Dennis Hopper, Harrison Ford, Laurence Fishburne, Scott Glenn.
Il colonnello Kuntz, ha ormai abbandonato I ranghi dell’esercitò regolare ed ha creato un proprio piccolo regno dentro la foresta al confine fra Vietnam e Cambogia, il capitano Willard è in missione per rintracciarlo ed eliminarlo, ma il viaggio verso questo obiettivo sarà tutt’altro che facile, cosparso di ogni genere di imprevisti. Sotto le false spoglie di un film sulla guerra del Vietnam si nasconde un viaggio senza ritorno per l’inferno molto liberamente ispirato al celebre romanzo “Cuore di tenebra” di Konrad, questo e tanto altro è “Apocalypse Now” il più grande progetto mai messo in opera dall’italo-americano Coppola, kolossal maledetto, che costò al cineasta tutte le sue energie fisiche e nervose per essere realizzato. L’infame giungla delle Flippine dove il film fu girato rese proibitivo il lavoro dell’intera troupe tanto che fu girato persino un interessante docu-film sulla lavorazione intitolato “Viaggio all’inferno” ed uscito nel 1991. Recentemente è stato rieditato con scene tagliate in fase di montaggio ed è uscito con il titolo “Apocalypse Now Redux”. Sicuramente un capolavoro di culto, un grande riflessione sulla vita e sulla morte. Tante le scene indimenticabili passate direttamente alla storia del cinema, dagli elicotteri che arrivano al suono della “Cavalcata delle valchirie” all’incontro con il mefistofelico Kunt interpretato da un grandissimo Marlon Brando. Premi: Oscar alla fotografia dell’italiano Vittorio Storaro ed al sonoro, nominations come miglior, film, regia, montaggio, attore non protagonista (Robert Duvall), sceneggiatura non originale (scritta da Coppola insieme a John Milius), scenografia. Vinse la Palma d’oro a Cannes ad ex aequo con “Il tamburo di latta” , il David di Donatello come miglior film straniero, i Golden Globes come miglior attore non protagonista (sempre Duvall), regia e colonno sonora (firmata da Coppola stesso insieme al padre Carmine) ed un’infinità di altri premi minori. Voto 10,00.

mercoledì 7 marzo 2007

Angel-A

(Francia 2005, b/n 89’)
di Luc Besson.
Con Jamal Debbouze, Rie Rasmussen, Gilbert Melki, Serge Riaboukine, Akim Chir.
Il fallito Andrè, marocchino con passaporto americano che vive a Parigi si è messo dei guai prendendo soldi in prestito da diversi malavitosi. Senza via d’uscita e spaventato dalle conseguenze brutali che lo aspettano decide di suicidarsi gettandosi nella Senna da un ponte. Ma mentre sta per compiere il gesto disperato vede un’avvenente bionda che sta gettandosi nel fiume con lo stesso proposito a pochi mtri da lui. Si butta e la trae in salvo, è la bella Angela, che gli si dedica anima e corpo e nasconde un segreto. Besson mescola diversi ingredienti già visti in film strafamosi, il bianco e nero e l’innamoramento di un angelo sono chiaramente presi da “Il cielo sopra Berlino”, la scena del suicidio non può non ricordare “La vita è meravigliosa”, mentre il finale cita chiaramente “L’atalante” di Vigo, introduce una vena umoristica ed una chiave grottesca e spera di cavarne un buon film. Tuttavia l’aggettivo migliore che mi viene in mente per questa pellicola è inutile. Besson, autore anche della sceneggiatura e dichiarò all’uscita di questo film che sarebbe stata la sua ultima opera da regista (ma poi non ha mantenuto la promessa). Cast di sconosciuti, in cui spicca la stangona bionda danese Rasmussen.
Voto 5,00.

martedì 6 marzo 2007

2 single a nozze

(Wedding Crashers, Usa 2005, col. 119’)
di David Dobkin.
Con Owen Wilson, Vince Vaughn, Rachel McAdams, Christopher Walken, Will Ferrell, Jane Seymour, Isla Fisher, Henry Gibson, Rebecca DeMornay.
Avvocati divorzisti ed amici per la pelle, de scapoli John e Jeremy si imbucano ai matrimoni per portarzi alletto belle ragazze un po’ allegre. Quando però John si innamora della bella Claire, figlia di un ministro e fidanzatissima con un ricco rampollo, l’amicizia va in crisi ed anche la sua vita sentimentale, visto che scoperto l’inganno lei lo ha rifiutato. Esilissima commedia che si regge su uno spunto non certo divertentissimo. I due protagonisti non sono dei veri comici, e si vede, nessuna gag davvero divertente ed una parte sentimentale mai credibile come del resto tutta la storia, sceneggiatura a dir poco ridicola. Classica commedia americana del nuovo millennio, priva di idee, omologata e con un finale a dir poco scontato. Si salva solo la McAdams, o meglio dire la sua avvenenza, bellissima. Sprecatissimo Walken. Addirittura miglior film agli MTV Movie Awards!!! Voto 3,00.

lunedì 5 marzo 2007

The Constant Gardener

(Germania/Regno Unito 2005, col. 129')
di Fernando Meirelles.
Con Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Hubert Koundé, Danny Huston, Daniele Harford, Bill Nighy.
Il diplomatico inglese Justin Quayle sposa Tessa attivista di alcune organizzazioni umanitarie, i due vivono a Nairobi in Kenya in quanto Justin fa parte dell'alto commissariato Onu per le attività umanitarie, il loro rapporto è assai distaccato, mentre Justin è un politico tranquillo, conformista che ama passare il tempo a curare i fiori del suo giardino, Tessa è in continuo movimento per aiutare le popolazioni locali e si scontra spesso frontalmente, insieme al medico indigeno Arnold con la corruzione delle autorità locali ed internazionali. Quando Tessa muore misteriosamente durante un viaggio Justin apre gli occhi sul lurido gioco che le multinazionali farmaceutiche stanno facendo in Africa, e scopre che Tessa è in qualche modo coinvolta in quanto loro nemica. Dall'autore di "City of God", al primo film occidentale, ci si poteva aspettare molto di più, il film non indovina mai il registro giusto, non riesce ad essere una pellicola di denuncia, percorre confusamente la strada di una noiosa e complessa spy story, mentre il lato sentimentale è superficiale e quasi deprimente. Fotografica oleografica e stereotipata dell'Africa, attori fuori parte, Fiennes al solito è una statua di cera, la Weisz bellissima, ma poco credibile, è stata comunque premiata con l'Oscar e con il Golden Globe come miglior attrice non protagonista. La sceneggiatura di Jeffrey Caine, tratta da un romanzo di John le Carré, ha avuto una nominations, così come la colonna sonora di Alberto Iglesias ed il montaggio. Il film era in concorso alla mostra di Venezia. Voto 5,25.

domenica 4 marzo 2007

The killer

(Diexue shuanxiong, Hong Kong 1989, col. 111’)
di John Woo.
Con Chow Yun-fat, Danny Lee, Sally Yeh, Chu Kong, Tsang Kong.
Il killer professionista Franck accetta un ultimo lavoro prima di ritirarsi e dedicarsi alla sua amata, la cantante Jenny alla quale in un incidente ha provocato la cecità. Ma le cose si complicano inaspettatamente e da cacciatore si ritrova cacciato, si vede così costretto ad allersi proprio con un poliziotto suo nemico storico. Sicuramente il film capolavoro di John Woo, poi vendutosi alla legge dei blockbusters hollywoodiani. Il regista cinese mostra qui tutto il suo talento visivo ed eredità da Peckinpah e Leone la forza di mettere in immagini la violenza rendendola puro poesia. Uno dei migliori film d’azione del decennio ed esempio del cinema di Hong Kong al suo meglio. Grandissimi i due protagonisti, in una parabola di amicizia ed onore fra noir e melodramma. Prodotto dal regista Tsui Hark, il titolo originale significa “Due proiettili eroici”. Voto 8,50.

sabato 3 marzo 2007

Fa' la cosa giusta

(Do the Right Thing, Usa 1989, col. 120’).
Di Spike Lee.
Con Danny Aiello, John Turturro, Sike Lee, Richard Edson, Giancarlo Esposito, John Savage, Jole Lee, Rosie Perez, Ossie Davis, Samuel L.Jackson, Franck Vincent, Bill Nunn.
A Brooklyn è una torrida estate nel quartiere nero di Bedford-Stuyvesant; la pizzeria italiana gestita da Sal e dai figli Vito e Pino lavora in tranquillità e sembrano dimenticati i disordini razziali di alcuni anni prima. Ma basta poco per far riaccendere la miccia e l’odio. La miglior riflessione filmica di Spike Lee sulla difficoltà nel creare una società multirazziale, specie in un America dove è ancora profondo il problema dell’emarginazione e della ghettizzazione delle minoranze etniche. Il cineasta ci mostra senza alcun compiacimento la situazione psicologica dichi tutti i giorni convive nello stesso quartiere essendo diverso non solo come razza ma specialmente come background culturale ed il conflitto fra questi due mondi sembra inevitabile. Duro e pessimista il film di Lee, il miglior regista afro-americano di sempre, funziona in maniera perfetta grazie anche ad un calda fotografia ed alla trascinante colonna sonora all black firmata dal padre Bill Lee, la canzone sui titolo è invece “Fight the Power dei Public Enemy. Il film, che è ispirato ad un fatto di cronaca accaduto a Howard Beach nel 1986, era in concorso a Cannes ed ha ricevuto due nominations: miglior regia e miglior sceneggiatura originale scritta dallo stesso Spike Lee, nel 1999 è stato incluso nel National Film Registry. Voto 9,50.

venerdì 2 marzo 2007

Un'altra donna

(Another Woman, Usa 1988, col. 84’)
di Woody Allen.
Con Gena Rowlands, Mia Farrow, Ian Holm, Gene Hackman, Blythe Danner.
La scrittrice newyorchese Marion, cerca di finire il suo ultimo libro nell’isolamento di un piccolo appartamento, è sposata con un affermato medico ma è anche in piena crisi d’identità. Un giorno casualmente si accorge che da una parete del suo appartamento sente le sedute psicoanalitiche che una dottoressa tiene li accanto. Spinta da una irrazionale curiosità finisce persino per immedesimarsi con Hope, una delle pazienti, attraverso la cui esperienza fa i conti con i propri problemi. Woody Allen, grande ammiratore di Ingmar Bergman, mette in scena un film intimista che scava dentro al personaggio principale, una donna di successo, portando alla luce i problemi e la superficialità della vita di tutti i giorni. Certo per chi si aspetta l’Allen comico degli esordi è un bello shock. Sicuramente ben più riuscito del già drammatico e precedente “Interiors”, si avvale di un cast di tutto rispetto. Scritto dal regista, è stato il primo film interpretato dalla Rowlands dopo la morte del marito regista e mentore John Cassavetes. La doppiatrice italiana Marzia Ubaldi ha vinto per questo film il Nastro d’argento per il miglior doppiaggio. Voto 8,50.

giovedì 1 marzo 2007

Transamerica

(Usa 2005, col. 103’)
di Duncan Tucker.
ùCon Felicity Huffman, Kevin Zegers, Fionnula Flanagan, Graham Greene, Elizabeth Pena, Burt Young.
Sabrina detta Bree è un transessuale in attesa dell’operazione per cambiare definitivamente la propria identita e diventare una donna a tutti gli effetti. Sopravvive facendo la cameriera in un ristorante messicano di Los Angeles, ma la sua già tormentata esistenza viene sconvolta dalla scoperta di avere un figlio sedicenne che sta uscendo dal riformatorio a New York City. La madre, con cui aveva avuto una relazione in gioventù si è suicidata, e Bree deve prendersi cura del ragazzo. Il film ha il merito di toccare un tema delicato come la transessualità con buona sensibilità, il personaggio di Bree viene fuori benissimo con tutta la sua umanità, le sue debolezze e le sue forze, grazie anche ad una grande prova di Felicity Huffman (che si è guadagnata la candidatura all’Oscar ed ha vinto il Golden Globe). La spontaneità del racconto ci fa perdonare anche gli evidenti buchi di sceneggiatura, resta un ottimo road movie che ha coraggio di raccontare una storia diversa senza cadere nel solito politically correct ed anche il finale dall’apparente happy end è in realtà assai anticonvenzionale. Il titolo si riferisce sia alla bisessualità del protagonista che al viaggio da New York a Los Angeles che Bree e Toby compiono. Una nomination se la è guadagnata anche la canzone di Dolly Parton “Travelin’ Thru”. L’esordiente Tucker ha vinto un premio al festival di Berlino. Voto 7,50.