giovedì 30 novembre 2006

Saimir

(Italia, 2004, col. 88’)
di Francesco Munzi.
Con Mishel Manoku, Xhevder Feri, Lavinia Guglielman, Anna Ferruzzo, Genti Hazizi.
trama
Un ragazzo albanese vive nel nostro paese con il padre, e lo aiuta riluttante nel suo lavoro di camionista trasportatore di immigrati clandestini. Il film racconta il difficile rapporto fra i due, il flirt del giovane protagonista con una ragazza italiana finito male, i furti commessi in compagnia di alcuni zingari e l’amore a prima vista per una ragazzina dell’Europa dell’Est che sta per essere avviata alla prostituzione. Finale abbastanza sorprendente.

critica
Il cinema italiano è ancora vivo, piccoli film come questo sono li a testimoniarlo. La voglia di normalità del protagonista si infrange su una società tutt’altro che integrata dove glie extra-comunitari formano una substrato a se stante completamente avulso dal resto del paese. Azzeccata anche l’idea di sottolineare solo l’albanese, così da capire anche le difficoltà linguistiche dello spaesato protagonista quando interagisce con altre etnie. Un cinema vero, che sa raccontare ed ha qualcosa di diverso da dire. Il film ha vinto un premio come opera prima al festival di Venezia.

voto 7,75

Quintet


(Quintet, USA 1978, col.119’)
di Robert Altman.
Con Paul Newman, Vittorio Gassman, Fernando Rey, Nina Van Pallandt, Brigitte Fossey, Bibi Andersson.
trama
In un futuro imprecisato la terra è diventata ormai un ammasso fredo e ghiacciato, l’ultima generazione di uomini sopravvive a stento, ormai sterile e senza speranza si dedicano ad un gioco mortale chiamato Quintet. Un cacciatore di foche arriva in città con la compagna, è un anno che non trova più animali. Verrà coinvolto nel gioco anche lui.
critica
Altman si produce in un’anomala pellicola fantascientifica, un film che potrebbe deludere gli appassionati del genere, infatti non c’è avventura vera e propria, non ci sono grandi effetti speciali, ma bensì mistero e soprattutto filosofia. Veramente uniche le inquadrature con la parte esterna fuori fuoco, belli i costumi medioevaleggianti,, la curiosa scenografia piena di pentagoni è stata ricostruita sulle rovine della esposizione universale di Montreal, in Canada. Peccato che interessanti temi alti come il significato della vita in un mondo senza più futuro vengano solo sfiorati. Comunque affascinante l’alone di mistero che sprigiona dal film e bello il cast internazionale. Rimane sicuramente un’opera minore nella filmografia del recentemente scomparso regista americano.
Voto 6,25

martedì 28 novembre 2006

Yossi & Jagger

(Israele 2002, col. 65’)
di Eytan Fox.
Con Ohad Knoller, Yehuda Levi, Assi COhen, Aya Steinovitz, Hani Furstenberg, Sharon Raginiano, Yuval Semo.


trama
La vita di un gruppo di soldati israeliani che pattugliano una pericolosa zona di confine. I due ragazzi del titolo sono due giovanissimi ufficiali (militari di leva) e sono segretamente innamorati. Nel gruppo ci sono anche due giovani e belle soldatesse, una sta con il comandante l’altra è innamorata di Jagger (chiamato così perché considerato un po’ la rockstar del gruppo) ma come tutti ignora la sua omosessualità ed i suoi sogni di una fuga in estremo oriente con Yossi. Una pericolosa missione sconvolgerà tutto.

critica
Il regista americano emigrato in Israele sonda il tema delicato dell’omosessualità nelle forze armata, lo fa con il sostegno dell’esercito, ma il finale omertoso in cui la verità non viene mai fuori, ed anzi l’implicita condanna (visto la fine che fa) di colui che voleva fare outing, non depongono a favore del film e della sua tesi. Fox ritornerà ancora sul tema dell’omosessualità nel successivo “Camminando sull’acqua”. Molto fastidiose le inquadratura con la macchina a mano, ormai una moda di molto cinema di questo inizio di secolo. In patria è stato un successone.

Voto 5,50.

Breaking News

(Dai si gein, Hong Kong 2004, col.90’)
di Johnnie To.
Con Nick Cheung, Kelly Chen, Lam Suet, Simon Yam, Cheung Siu-fai, Hi Shiu-hung.
trama
Durante una retata della polizia qualcosa va storto e la gang di criminali che stava per essere arrestata fa una strage umiliando pubblicamente la polizia. Quando si scopre che i criminali si sono intanto barricati con degli ostaggi in un grande palazzo residenziale la polizia prepara il riscatto e mentre il tenente della anti-crimine cha ha subito lo smacco va per le vie (spicce) tradizionali, la ragazza della anti-mafia che è a capo dell’operazione decide di sfruttare il potere dei media a suo favore ma il gioco rischia di sfuggirle di mano.

critica
Johnnie To che già si era messo in evidenza con il notevole “The Mission” dirige un altro solidissimo thriller, già dell’eccellente piano sequenza iniziale e poi per tutto il resto della pellicola mostra di saperci fare e tiene incollato l’interesse dello spettatore. Interessante anche la manipolazione ad uso e consumo dei media che viene fatta della realtà dei fatti. Finalmente un bel action movie.
Voto 7,50.

lunedì 27 novembre 2006

Uzak

(Uzak, Turchia 2003, col. 109’)
di Nuri Bilge Ceylan.
Con Muzzafer Ozdemir, Mehmet Emin Toprak, Zuhal Gencer Erkaya, Nazan Kirimis, Fatma Ceylan.

trama
Yusuf, giovane e disoccupato, emigra dal suo villaggio ad Istambul in cerca di lavoro, spera di imbarcarsi come marinaio. Lo ospita lo zio Mehmet, fotografo single e moderatamente benestante. Il rapporto fra i due però ben presto degenera, il giovane frustrato non riesce a trovare quello che cerca, mentre Mehmet si sente soffocare per mancanza del proprio spazio e la sua insofferenza verso il nuovo venuto aumenta.

critica
Pluripremiato a Cannes (palma d’oro ai due protagonisti e Gran premio della giuria al film) è un raro caso di film turco che ha avuto attenzione a livello internazionale (Yol è un altro esempio, ma di almeno vent’anni antecedente), trattasi di un film interessante per come analizza il rapporto fra i due personaggi centrali, straniante nella messa in scena, che usa campi lunghi, inquadrature con movimenti lentissimi, tanti momenti di silenzio anche imbarazzato. Bella fotografia di una Istambul da sempre crocevia di culture e ponte fra l’Europa e il medio-oriente. Intelligentemente ci viene mostrata la TV come polo catalizzatore nella vita domestica, cosa troppo spesso snobbata dai cineasti, Il film è anche spesso insopportabilmente lento, però alla fine ripaga la pazienza.
Voto 7,50.

domenica 26 novembre 2006

Last Days

(Last Days, USA 2005, col. 97’)
di Gus Van Sant.
Con Micheal Pitt, Lukas Haas, Scott reen, Asia Argento, Ricky Jay, Kim Gordon, Harmony Korine.

trama
Blake è una rock star tossicomane che vive con alcuni amici in una grande casa immersa nel verde dei boschi del nordovest americano. La sua donna ed i manager cercano di rintracciarlo, pare sia fuggito da qualche clinica. Il film descrive i suoi ultimi giorni, fra depressione, musica e stralci di normalità fino al tragico finale.

critica
Ispirandosi alla vita di Kurt Cobain, Van Sant torna allo stile già usato in Elephant arrivando qui alle estreme conseguenze di non raccontare quasi nulla, ma solo di mostrare senza alcuna spiegazione, il tran tran quotidiano di un’artista drogato. Lunghe inquadrature fisse o quasi, minuti di silenzio, avvenimenti insignificanti (l’uomo delle pagine gialle, la visita dei Mormoni) riempiono un’ora e mezza di vuoto. Si salva solo la bella fotografia naturalistica e qualche buon brano musicale. Qualcuno (il Mereghetti ad esmpio) ci ha visto tanta poesia, emozione, ecc., ma scavando in fondo emerge solo il manierismo ed il vezzo autoriale ed allo spettatore non rimane nulla.

Voto 4.

Camminando sull'acqua

(Lalehet Al Ha-Mayim / Walk on the Water, Israele 2004, col.104’)
di Eytan Fox.
Con Lior Ashkenazi, Knut Berger, Caroline Peters, Gideon Shemer, Hanns Zischler, Carola Regnier.

trama
Eyel è un agente del Mossad con la moglie appena morta suicida, come nuovo incarico deve fingersi guida turistica per il tedesco Axel, ragazzo gay in visita alla sorella che vive in un kibbutz e che vanta un nonno nazista che si presume ancora vivo, e proprio scoprire dove si nasconde quest’ultimo è il difficile compito di Eyal.

critica
Un film interessante ma che purtroppo mette troppa carne al fuoco, spionaggio, nazismo, conflitto israelo-palestinese, drammi psico-familiari e tira in ballo persino il problema della diversità sessuale. Buona regia, bravi interpreti e un buon ritmo narrativo contribuiscono comunque a rendere la pellicola gradevole. Assolutamente impraticabile la versione italiana che doppia insensatamente tutto nella nostra lingua. Il titolo si riferisce al tentativo di Axel in visita al lago di Tiberiade di imitare Gesù che secondo la Bibbia camminò su quelle acque. Curiosa la presenza di “Non ho l’età” di Gigliola Cinguetti” nella colonna sonora. Voto 6,00.

venerdì 24 novembre 2006

Paradise Now

(Germania/Olanda/Francia 2005, col. 98’)
di Hany Abu Assad.
Con Kais Nashef, Ali Suliman, Lubna Azabal .
trama
Said e Kaled sono due amici palestinesi che vivono nei territori occupati, tirano aventi facendo gli operai in un’officina che ripara automobili, entrambi si offrono volontari per una missione suicida in Israele. Said conosce Suha, una ragazza cresciuta in Francia, che ha idee diametralmente opposte alle sue, ma ciò non basta a dissuaderlo. Dopo riflessioni e tentennamenti si arriverà alla decisiva decisione finale.

critica
Non c’è che dire, il tema è scottante ed attuale, la prospettiva palestinese piuttosto inedita sul grande schermo (andrebbe visto insieme a Munich che è visto dal lato opposto della barricata), efficace la caratterizzazione dei personaggi principali, un pelo troppo didascalici i dialoghi. Potente ed azzeccato il finale.
Voto 7,25.

giovedì 23 novembre 2006

Oro rosso

(Talaye Sork, Iran 2003, col.97')
di Jafar Panahi.
Con Hussain Emadeddin, Kamyar Sheissi, Azita Rayeji, Shahram Vaziri, Ehsan Amani, Saber Safael.
la trama
Hussein, un reduce di guerra, sopravvive a Teheran trasportando pizze a domicilio con il suo motorino e facendo qualche furtarello con un suo amico che vuole in moglie la sorella. Umiliato da un gioielliere dei quartieri alti, decide di vendicarsi, ma la tragedia è dietro l'angolo.

la critica
La sceneggiatura è firmata dal grande regista Abbas Kiarostami riprendendo un episodio di cronaca, Panahi si dimostra ancora una volta un regista all'altezza (suoi erano gli interessanti "Il palloncino bianco","Lo specchio" e "Il cerchio"), capace di fotografare la situazione di un paese pieno di contraddizioni dove il classismo portato dal consumismo di stampo occidentale si fonde con l'intolleranza religiosa della repubblica islamica, vedi gli arresti dei giovani alla festa. Notevole poi l'empatia che si crea fra lo spettatore e lo sfortunato protagonista. Il film è stato proibito in patria, dove le critiche (anche velate) al regime sono mal tollerate.
voto 8

mercoledì 22 novembre 2006

Per grazia ricevuta

(Italia 1971, col.122’)
di Nino Manfredi.
con Nino Manfredi, Lionel Stander, Delia Boccardo, Veronique Vendell, Paola Borboni, Mario Scaccia, Fausto Tozzi, Mariangela Melato, Tano Cimarosa.

la trama
Un uomo è ricoverato in gravissime condizioni ed operato d’urgenza, attraverso numerosi flashback ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita, l’infanzia nel paesino di campagna segnata da un “presunto” miracolo di Sant’Eusebio, la giovinezza trascorsa presso un convento di frati, l’emancipazione lavorativa, il rapporto con Giovanna e soprattutto con l’anarchico padre di lei e soprattutto l’influsso preponderante che l’educazione religiosa ha avuto sulla sua esistenza.

la critica
Primo lungometraggio diretto dal popolare attore italiano (dopo l’episodio del film “L’amore difficile”), un esordio curioso e solo a tratti convincente, l’ingenuo ragazzetto di campagna è sempre stato un personaggio nelle corde dell’attore Manfredi, il tema religioso è affrontato in maniera anche troppo pudica ma comunque interessante per sviscerare come la società italiana (specie quella di provincia) fosse ancora cinta dai tabù cattolici, il guaio è che l’autore non riesce mai a trovare la chiave giusta ed il film si barcamena fra trovate felici ed altre molto meno.
Voto 6,5.

Fandango

(USA 1985, col.91')
di Kevin Reynolds.
Con Kevin Costner, Judd Nelson, Brian Cesak, Sam Robards.

trama
Nel Texas del 1971 un gruppo di amici celebra l'addio al celibato e la partenza per le armi di due di loro con un pazzo viaggio in auto fino al Messico, varie avventure/disavventure li attende.
critica
Sostenuto da una bella colonna sonora, e sponsorizzato da Steven Spielberg (da cui viene anche l'idea del non certo originalissimo soggetto), è il film d'esordio di Kevin Reynolds ed anche quello che lanciò verso il successo un giovane Kevin Costner. In definitiva un road-movie divertente e pieno di gustose trovate, anche se un pochino superficiale. Pressoché ignorato in patria ebbe successo grazie alla partecipazione alla mostra del cinema di Venezia.
voto 6,5

martedì 21 novembre 2006

Brood (La covata malefica)

(The Brood, Canada 1979, col '92)
di David Cronenberg
con Samantha Eggar, oliver Reed, Art Hindle, Henry Beckham, Nuala Fitzgerald, Cindy Hinds, Susan Hogan.
la trama
Una donna con problemi psichici viene curata in una strana clinica di Toronto, nel frattempo stranissimi bambini deformi, privi di genitali ed ombelico uccidono tutte le persone a lei care. Il medico curante ed il marito, già ai ferri corti dovranno fare i conti con l'allucinante verità in un finale da incubo.

la critica
Uno dei primi horror di Cronenberg, ancora grezzo ma già efficacissimo nel tratteggiare la materializzazione degli incubi e delle ossessioni umane. Ancor oggi impressionante la scena finale con il parto del baby mostro, dalla quale è presa la foto a destra.


voto 7

La guerra dei mondi

(War of the World, USA 2005, col.116')
di Steven Spielberg
con Tom Cruise, Dakota Fenning,David Alan Basche, James DuMont, Daniel Franzese, Justin Chatwin, Tim Robbins, Miranda Otto, Yul Vazquez.



la trama
Ray è un operaio divorziato, la moglie gli lascia in custodia i due figli, con i quali ha un rapporto contrastato, per il weekend. Improvvisamente qualcosa di strano sta accadendo nel mondo, prima sembra trattarsi solo di strani fenomeni meteorologici ma poi dalla terra escono enormi robot tripodi che iniziano a distruggere tutto quello che gli si para davanti. Ray dovrà fuggire e combattere per salvare se stesso e la sua prole.

la critica
Remake dell'omonimo mediocre film degli anni '50 firmato da Byron Haskin, entrambi prendono spunto dal grande romanziere H.G.Wells. L'inizio del film è molto promettente, parte come un solido dramma socio-familiare e lo scoppio delle ostilità è filmato con curiosa partecipazione e impressionanti effetti speciali, peccato che da qui in poi il film si perda totalmente. Qualche buco di sceneggiatura (il figlio che ricompare all'ultimo senza spiegazioni), continui inseguimenti con i nostri eroi ad i millimetro dell'essere spazzati via, che ne escono senza una scalfittura, ed una parte centrale nel bunker davvero enigmatica, che significa l'esecuzione vigliacca del personaggio di Tim Robbins? Qual'è la morale? E se l'America degli anni '50 temeva i comunisti, quella di oggi i terroristi ma i tempi del maccartismo ideologico sono davvero finiti? Purtroppo Spielberg sbaglia totalmente il film, che sbraga di brutto nel finale, e mi appare fin troppo reazionario nella sua classicità.
voto 5

lunedì 20 novembre 2006

Danton

(Francia, 1982, col. 136’)
di Andrzej Wajda. Con Gerard Depardieu, Wojcich Pszoniak, Patrice Chereau, Roger Planchon, Jacques Villeret, Angela Winkler, Boguslaw Linda.

La trama
Parigi 1994, uno dei grandi capi della rivoluzione Danton, viene accusato e processato con l’accusa di cospirazione e tradimento da Robespierre. Il film descrive gli intrighi di potere in una capitale caotica in cui le diversa fazioni tramano l’una contro l’altra in un clima caotico che passa dall’anarchico al dittatoriale.

La critica
La messa in scena del regista polacco è formalmente inappuntabile, ed il giovane Depardieu convincente, bella la scenografia, i costumi e la fotografia. Un po’ sottotono la rappresentazione di Robespierre che perde il confronto con il protagonista. All’epoca il film fu visto anche come parallelismo alla situazione della patria di Wajda, ma la cosa sembra quantomeno forzata.




Voto: 7,25.

La cagna

(Italia/Francia, 1972, col. 90’)
di Marco Ferreri. Con Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Corinne Marchand, Valerie Stroh, Claudine Berg.

la trama
La bionda Liza in vacanza su uono yacht, dopo aver litigato, si fa lasciare su una minuscola isola della Corsica il cui unico abitante è Giorgio, disegnatore, che ha lasciato la famiglia per vivere in solitudine con il suo cane Melampo. La nuova arrivata dopo essersi innamorata, non ricambiata, del freddo artista ucciderà il cane per gelosia e sarà costretta a prenderne il posto.

la critica
Come sempre Ferreri da un colpo d’acceleratore al tono grottesco della storia, che non decolla come dovrebbe nonostante l’evidente intesa dei due protagonisti che all’epoca facevano coppia. La storia, che deriva da un racconto di Ennio Flaiano, è come sempre curiosa, e scandalizzò le femministe che in quegli anni facevano la voce grossa. In realtà il regista condanna entrambi i suoi miseri personaggi, e non da nessuna risposta definitiva, ed è forse in questo che il film non convince appieno.




Voto: 6,50.

L'imperatore di Capri

(Italia 1950)
di Luigi Comencini. Con Totò, Yvonne Sanson, Marisa Merlini, Laura Gore, Alda Mangini, Mario Castellani, Galeazzo Benti, Aldo Giuffrè, Toni Ucci, Lino Roby.









la trama
Il cameriere Antonio De Fazio che sogna di essere l’imperatore Tiberio circondato dalle donne a Capri, viene per un equivoco scambiato per il Bey di Agapur e invitato nell’isola campana dove in compagnia di un amico attore affronterà diverse disavventure amorose prima di essere smascherato da moglie e suocera.

la critica
Farsa dal fiato cortissimo che si regge tutta, come al solito, sulle spalle del bravo Totò, pochissime le gag memorabili: i ragazzi bene del luogo che copiano le sue gaffes (fare il bagno vestiti, e fare la lingua per salutare) e la famosa battuta “Sono un uomo di mondo io, ho fatto tre anni di militare a Cuneo!”. Regia del di solito bravo Comencini invisibile e sceneggiatura raffazzonata firmata dal regista insieme con Metz e Marchesi.




Voto 5.

domenica 19 novembre 2006

Tender Mercies - Un tenero ringraziamento

(Tender Mercies, USA 1983)
di Bruce Beresford
con Robert Duvall, Tess Harper, Betty Buckley, Wilford Brimley, Elle Barkin.











la trama
Un cantante country alcolizzato cerca di rifarsi una vita accanto ad una giovane donna vedova proprietaria di una stazione di servizio nella campagna del Texas ed al di lei figlioletto. Ma i fantasmi del passato sono in agguato, una moglie star ed una figlia che non vede da anni.

la critica
Musica country, buoni sentimenti, bella fotografia a colori delle sconfinate praterie texane, bravi interpreti (Duvall, autore delle canzoni che si sentono nel film, vinse l'Oscar), sceneggiatura premiata a sua volta con l'Oscar e pure una nomination come miglior film.
Eppure manca qualcosa a questo buonissimo prodotto medio hollywoodiano, forse perché la redenzione del protagonista appare un po' troppo facile e scontata e la miscela di buoni sentimenti un po' esagerata. Comunque un film godibile.



Voto 6.25


La gang del bosco

(Over the Hedge, USA 2006)
di Karey Kirkpatrick, Tim Johnson
animazione




la trama
Il procione RJ, dopo aver invano aggredito un distributore automatico di cibo malfunzionante, tenta di rubare la dispensa di viveri di un grosso orso, preso in flagrante e perso il bottino promette all'enorme plantigrado di restituirgli tutto in una settimana. Scoperto un gruppo di ingenui animaletti appena svegliatesi dal letargo e capeggiati dalla tartaruga Vern, RJ li convince a rubare nelle case degli umani appena costruite, ma senza raccontargli il vero scopo della sua missione.

la critica
Questo film della Dreamworks può vantare sicuramente un'animazione digitale eccellente, la buona caratterizzazione di alcuni personaggi di contorno (lo scoiattolo pazzoide, gli opossum, il cane che dice "giochiamo?") ma purtroppo pecca un po' nella sceneggiatura troppo scontata, e alla fine ci propina la solita moralina sull'amicizia. Insomma niente di nuovo o memorabile.



voto 6

sabato 18 novembre 2006

La guerra di Mario

(Italia, 2005)
di Antonio Capuano
con Valeria Golino, Marco Grieco, Andrea Renzi.


la trama
Napoli, Giulia critica d'arte, prende in affidamento Mario, bambino difficile e problematico. I suoi tentativi di essere mamma si scontreranno con le oggettive difficolta dell'inserimento sociale del piccolo e rischieranno anche di minare il rapporto con il di lei convivente. Le istituzioni d'altro canto appaiono distanti.

la critica
Capuano ritorna ad analizzare un tema che conosce bene, quello dei bambini difficili di Napoli, suoi sono infatti "Pianese Nunzio.." e "Vito e gli altri", lo fa in maniera assai convincente evitando le soluzioni facili aiutato anche dallo straordinario cast in cui spicca una bravissima Valeria Golino



Voto 7,5

venerdì 17 novembre 2006

La maschera di fango

(Springfield Rifle, USA 1952)
di André de Toth
con Gary Cooper, Paul Kelly, Lon Chaney jr., PhyllisThaxter, Davi Brian.



La trama
Durante la guerra di secessione i rifornimenti di cavalli per l'esercito nordista arrivano per lo più da un forte nel Colorado, alcuni razziatori al soldo dei sudisti stanno però impedendo ai convogli di passare, e sono vani i cambi di tragitto perché gli assalitori sono sempre al momento giusto nel posto giusto. Il maggiore Kearny accetterà l'infamia e l'onta dell'espulsione per codardia pur di infiltrarsi fra i ribelli e scoprire chi è la spia.

Critica
Western tutt'altro che convenzionale, che mischia gli aspetti avventurosi tipici del genere con una trama da spy story davvero atipica ed originale. Bella regia del navigato de Toth, splendida fotografia a colori ed un Gary Cooper come sempre all'altezza della situazione.





voto 7

Il verdetto

(The verdict, USA 1982)
di Sidney Lumet
con Paul Newman, Jack Warden, James Mason, Charlotte Rampling, Lindsay Crouse.


La trama
Newman veste i panni di un avvocato di mezza età in crisi, sputtanato nella professione e con le finanze ormai in rovina.
Un'ultima causa, la difesa di una ragazza rimasta in coma dopo un parto complicato da problemi di anestesia, è la suaultima ancora di salvezza.
Si batterà contro un noto ospedale, un team di bravissimi e spietati avvocati, inoltre avrà una relazione di fuoco con un'ambigua ed affascinante Chrlotte Rampling.
La critica
Newman in uno dei migliori ruoli della carriera. Lumet già a suo agio nei film processuali, come non ricordare il suo splendido esordio (La parola ai giurati), riesce a scavare a fondo nella psicologia del suo personaggio principale senza lasciarsi prendere troppo la mano dai problemi giuridici, e dosa benissimo gli ingredienti che la storia propone.
Molto bello l'inizio in cui il disperato avvocato va a cercar "fortuna" ai funerali.
Voto 7,75

giovedì 16 novembre 2006

Tron

(USA, 1982)

di Steven Lisberger

Con Jeff Bridges, David Warner, Bruce Boxleitner, Cindy Morgan.













la Trama
Un creativo (inventore di giochi per computer) si vede coinvolto in un avventura cybernetica in cui verrà proiettato dentro ad un videogame, per salvarsi dovrà combattere contro il malvagio sistema centrale.

La critica
Sicuramente un'opera pionieristica questo "Tron", è stato con tutta probabilità il primo film a parlare di temi come "cyberspazio", "mondo virtuale" e "videogames", anche la fotografia e l'uso della computer graphic è per l'epoca assai innovativa. La struttura della storia è la solita saga avventurosa vista mille volte e la regia non aiuta il film a decollare. E' comprensibile come sia diventato un film di culto nonostante i suoi difetti strutturali lo rendano un flm cinematograficamente modesto.


Voto 6,25





mercoledì 15 novembre 2006

La Danza delle luci

(Gold Digger of 1933, USA 1933)
di Mervyn LeRoy,
con Ginger Rogers, Dick Powell, Joan Blondell, Aline MacMahon.







La trama:
Tre amiche ballerine di fila a Broadway restano senza lavoro a causa della
crisi finanziaria post 1929, un brillante e misterioso giovanotto musicista e attore
aiuterà a mettere in piedi lo spettacolo e si innamorerà di una delle tre. Quando si scopre che il ragazzo è il rampollo di una famiglia bene di Boston, i giornali grideranno allo scandalo ed il fratello interviene innamorandosi a sua volta di una delle ballerine. Naturalmente il lieto fine è dietro l'angolo.

La critica:
Commedia sentimentale facile facile, ambientata nel mondo della
rivista di Broadway durante la grande depressione, vale la visione
soprattutto per i magnifici numeri musicali creati dal grandissimo
Busby Berkeley, indimenticabile quello con i violini illuminati (da cui il
titolo italiano). La Rogers era in uno dei suoi primi ruoli, e già prometteva bene, le battute e le allusioni sessuali erano ancora in stile pre codice Hays.


Voto: 7,25