domenica 25 febbraio 2007

Gabrielle

(Francia/Italia 2005, b/n e col. 90’)
di Patrice Chereau.
Con Isabelle Huppert, Pascal Greggory, Claudia Coli, Thierry Haneisse, Mai David.
Jean Hervey ci racconta se stesso, uomo d’affari nella parigini di inizio novecento, con il fiuto per i soldi, la vita elegante e la moglie adorata Gabrielle, che egli considera come il prezioso dei suoi possedimenti e per questo rispetta ad algida distanza. Nel suo racconto Jean ci fa capire come tutta la sua vita sia sotto controllo ed aliena da ogni forma d’imprevisto. Ma un giorno torna a casa e trova, inopinatamente, una lettera di Gabrielle che l’ha lasciato, ma la moglie dopo poche ore ritorna sui suoi passi. Ma ormai tutte le certezze di Jean sono svanite. Tratto dal racconto “Il ritorno” di Conrad, e rielaborato con maggior spazio alla parte femminile là praticamente trascurata dal regista insieme a Annel_-ouise Trividic. Chereau gira un film da camera oserei dire quasi teatrale, con pochissimi personaggi, tanti dialoghi, ma anche un originale uso degli stessi ed elaborazione dei caratteri che non risultano mai banali, ma anzi, molto ben sviluppati ed interessanti. Bravissima come sempre la Huppert. Lo sgretolarsi di un mondo è raccontato con partecipazione, intrigante la scelta di girare il film in parte a colori (nelle scene degli scontri fra i due coniugi) ed in parte in bianco e nero (nelle sequenze più convenzionali). La pellicola era in concorso al festival di Venezia, in patria ha vinto due Cesar per scenografia e costumi. Voto 6,50.

Nessun commento: